Pasqua di Speranza e di Resurrezione

Pasqua di Speranza e di Resurrezione

«Carissime sorelle,

desidero sentirmi in comunione profonda con tutte voi, incontrarvi in ogni parte del mondo, per condividere quanto porto in cuore in questo tempo che ci prepara a vivere il Mistero Pasquale di Gesù: mistero di morte e di resurrezione.

Una Pasqua inedita quella che stiamo per celebrare, segnata da una situazione drammatica per la Pandemia da Covid-19 che ha provocato un impatto forte in tutti i Paesi. Di fronte a questa situazione così imprevedibile e sconvolgente la paura, il panico e lo smarrimento possono invadere il nostro cuore, i nostri sentimenti e, tutto d’un tratto, sentire il peso della nostra fragilità e vulnerabilità e anche il peso del nostro peccato.

Ci troviamo di fronte al mistero della vita che credevamo di poter gestire secondo i nostri programmi e progetti, affidandoci al progresso della scienza a volte lontana da Dio, l’Autore della vita. Sono bastati pochi mesi per veder crollare tutte le certezze e chiederci se il Signore è presente tra il suo popolo che sta soffrendo per la potenza di un piccolo e potente virus.

Penso che tutte noi comprendiamo il valore del silenzio dinnanzi a questa prova che l’umanità tutta deve affrontare; sentire il bisogno di essere rafforzate e confermate nella fede e trovare la forza per credere che Cristo Risorto c’è e non ci lascia mancare la sua presenza.

Confortanti sono le parole di Papa Francesco: «Oggi, nel dramma della pandemia, di fronte a tante certezze che si sgretolano, di fronte a tante aspettative tradite, nel senso di abbandono che ci stringe il cuore, Gesù dice a ciascuno: “Coraggio: apri il cuore al mio amore. Sentirai la consolazione di Dio che ti sostiene”» (Omelia, Domenica della Palme, 5 aprile 2020). Questa certezza pacifica il nostro cuore e trova la forza per comprendere che Gesù sta vivendo oggi la sua Passione in tanti fratelli e sorelle, in numerose famiglie e comunità religiose provate dalla malattia o dalla morte dei loro cari.

Gesù ci chiede di saperlo accompagnare lungo la via del Calvario, per passare poi con Lui alla vita nuova della resurrezione. La nostra vita è inondata di resurrezione, perché riscattata dall’estremo atto d’amore del Figlio di Dio che non ha esitato a morire in croce per dimostrarci quanto grande è il bene che desidera per tutti noi.

È un tempo in cui le nostre comunità, tutte noi siamo chiamate a stare in casa, possiamo fare esperienza del valore di un’intensa preghiera, di una fraternità serena anche se, a volte, non sempre facile. Abbiamo l’opportunità di scoprire il valore dell’essenziale che «ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto; a riscoprire che la vita non serve se non si serve. Perché la vita si misura sull’amore» (Omelia di Papa Francesco sopra citata).

Sono momenti in cui la fede e la speranza si intrecciano in modo profondo e rendono più forte la nostra vocazione chiamata ad essere profezia di comunione e segno di solidarietà in questo tempo particolare.

Sento di dire a me stessa e a ciascuna di voi che questo è il tempo per essere donne pasquali, disponibili a lasciarci amare da Dio nella modalità che Lui decide; a servire con amore le sorelle e ogni persona raggiungibile con i mezzi a noi possibili, per essere prossime a chi soffre di solitudine e a chi attende anche solo una parola di consolazione e di conforto. Chissà quante persone attendono da noi una parola, una telefonata, una preghiera che può alleviare la loro sofferenza!

Donne pasquali perché custodiamo nella preghiera le intenzioni di tutta l’umanità; di quanti sono malati, di quelli che pagano con la loro vita pur di salvare quella degli altri, di quelli che muoiono soli, e sono tanti!

Donne pasquali che guardiamo con lo stesso sguardo di Gesù i poveri suoi prediletti, quelli che non possono proteggersi dal rischio del contagio, che sono privi di tutto, che soffrono la fame e che sono abbandonati a loro stessi.

La gioia della Pasqua quest’anno, così diversa dalle precedenti, trova la sua radice profonda in questi piccoli e importanti gesti di carità sostenuti da una incrollabile speranza che accompagna ogni rinascita. Con Gesù facciamo l’esperienza che l’Amore è più forte della morte.

Donne pasquali che sanno ringraziare per la solidarietà testimoniata in vari modi da diverse persone. Penso a quanti giovani coraggiosi, da voi conosciuti o sconosciuti, donano il loro tempo come volontari e decidono di essere vicini a persone malate con lo stesso atteggiamento del buon Samaritano; giovani che con la loro freschezza e consapevolezza dicono che “andrà tutto bene!”.

Essere riconoscenti per gli adulti che con competenza non si sottraggono al “dovere” di dare il meglio di sé fino alle estreme conseguenze.

Quanta testimonianza di umanità, di fede e di speranza è emersa in questo tempo di grande prova. È venuta alla luce la verità di un popolo capace di andare oltre le differenze per abbracciare il fratello nel bisogno!

In questo clima così particolare, auguro a tutte di penetrare il messaggio che Gesù Risorto ci consegna oggi e che vogliamo valorizzare, non lasciarci sfuggire. Certamente qualcosa di nuovo vuole dirci e lascia a noi la libertà di comprenderlo con la luce che invochiamo allo Spirito Santo. Gesù ci aiuti ad aprirci alla novità del futuro perché dopo questa crisi nulla sarà come prima. Il cambiamento deve avvenire in primo luogo nelle nostre persone e in ogni comunità. Apriamoci al mistero del passaggio dalla morte alla vita!

Care sorelle, a voi, ai vostri familiari, ai membri della Famiglia Salesiana e a ogni persona che vi è cara, giovani e adulti, auguro una Santa Pasqua di Resurrezione e di Speranza. Ringrazio di cuore per i numerosi auguri che mi sono pervenuti. Vorrei rispondere personalmente a tutti, ma non mi è possibile. Lo faccio ora qui, assicurando la mia gratitudine che si trasforma in costante preghiera.

Il Risorto sia la nostra pace, la nostra gioia, la nostra forza e ci aiuti a lasciarci toccare dalle sofferenze dell’umanità per portarle all’Unico che dona speranza certa.

Maria che ha conosciuto il dolore, sostenuta da una forte fede, sia vicina a tutta l’umanità e ci accompagni in quest’ora di grazia.

Il Signore della Vita vi benedica e in Lui sentite il mio affetto, la fiducia e la gratitudine».

 

Roma, 9 aprile 2020

 

Suor Yvonne Reungoat

Superiora Generale Istituto FMA