Abbiamo visto la stella!

Abbiamo visto la stella!

Abbiamo visto la stella!

 

Carissime sorelle,

per questo Natale vorrei soffermarmi con voi sul versetto del Vangelo di Matteo che vede i Magi alla ricerca del Re dei Giudei: “Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo” (Mt 2,2).

Strani personaggi i Magi. Lasciano le loro sicurezze per ricercare un cammino che li spinge lontano. Di loro non si hanno notizie precise. Non si sa quasi niente, sappiamo solo che provengono da oriente e seguono una stella.

Sono pellegrini della Luce, quella che illumina ogni persona, luce di cui la stella è annuncio e promessa. La stella. Un segno che viene dal cielo per indicare che l’oscurità è vinta per sempre. Il grande pittore, Van Gogh, scriveva che il bisogno di Dio lo spingeva a uscire di notte per dipingere le stelle. Sì, perché Dio ci ha fatti così: impastati di desiderio dell’infinito e orientati, come i magi, verso le stelle.

Egli non si manifesta nella potenza di questo mondo, ma si rivolge a noi nell’umiltà del suo amore, un amore umile, ma anche grande e forte. L’incontro con il Signore è fonte di gioia profonda.

Davanti a Lui, l’atteso dei secoli e Signore dell’Universo, possiamo prostrarci e adorarlo come fanno i Magi, senza timore di aver sbagliato obiettivo solo perché egli si manifesta a noi come un bambino, una creatura senza voce e senza potere.

Adorare Dio significa imparare a stare con Lui, a fermarci a dialogare con Lui, sentendo che la sua presenza è la più vera, la più buona, più importante di tutto. Adorare il Signore vuol dire dichiarare davanti a Lui che Egli è il solo Dio della nostra vita, della nostra storia.

I  Magi che partono al sorgere della stella ci insegnano che bisogna sempre ripartire ogni giorno  nella vita. La fede è come un viaggio affascinante, anche se spesso ansioso, sempre alla ricerca di Dio. Noi, come i magi, impareremo che anche nelle notti più oscure brilla una stella. È la stella di Gesù, che illumina la nostra vita.

 

Abbiamo visto la stella! 

 

Siamo alla conclusione della Celebrazione del 150° anniversario della fondazione del nostro Istituto e la stella mi fa pensare ad un episodio della nostra storia.

Era la festa dell’Epifania del 1872 quando abbiamo visto una stella e abbiamo accolto la chiamata missionaria!

Don Bosco era ammalato a Varazze e quel giorno ricevette don Domenico Pestarino e gli confidò il suo sogno sull’Istituto delle FMA, consegnandogli il quaderno delle prime Regole. Così gli disse: “Dunque si potrebbe dar principio a ciò di cui parlammo quest’estate a Torino. Andando a Mornese, raduni le Figlie e faccia in modo che diano il voto per formare il Consiglio… Dica loro che preghino, che si facciano coraggio. Tutto si faccia per la maggior gloria di Dio e ad onore della Vergine. Ed io pregherò il Signore e la Vergine Maria qui dal mio letto per loro e perché vogliano benedire il nuovo Istituto” (Cronistoria I, 270).

 

La Cronistoria continua quasi contemplando la fecondità di un germoglio di grazia che stava sbocciando quel giorno a Mornese. Leggiamo:

“Nel pensiero del Padre, dunque, l’Istituto era già sorto, poiché egli chiamava il Cielo a benedirlo e lo rivelava nella festa che ricorda la manifestazione di Dio alle genti per mezzo dei Re Magi. Epifania del 1872! Scriviamola a lettere d’oro questa data che segna la nascita della seconda Famiglia di don Bosco! Tutto si fa nel silenzio, nell’ombra, ma non per questo è meno importante. […] Il mondo non ne sa nulla, come nulla seppe del miracolo di Dio nel cuore dei Magi. Solo più tardi ne vedrà le forme esteriori, le modalità necessarie allo stabilirsi tra la gente di un’opera bella. Ma le Figlie di don Bosco sorgono oggi e portano nel cuore del Padre il sorriso di tante speranze che non svaniranno” (Cronistoria I 270-271).

Da quel giorno brilla la stella della speranza  nella Chiesa per le giovani e i giovani di tutto il mondo. Da quel giorno a noi è affidata la missione di essere stelle che brillano nel mondo per illuminare di luce e di speranza la nostra contemporaneità e continuare il cammino, ascoltando le parole che Papa Francesco ci ha detto nell’incontro con le Capitolari il 22 ottobre del 2021:

“La grande responsabilità è collaborare con la creatività dello Spirito Santo, per rivisitare il carisma e far sì che esprima la sua vitalità nell’oggi. Da questo deriva la vera ‘giovinezza’, perché lo Spirito fa nuove tutte le cose […] Non dimenticate la grazia delle origini, l’umiltà e la piccolezza degli inizi che resero trasparente l’azione di Dio nella vita e nel messaggio di quante, colme di stupore, iniziarono questo cammino. Maria Ausiliatrice vi aiuterà: siete sue figlie!”.

Con questa certezza accogliamo il mistero del Natale nella nostra vita, nella vita delle famiglie, delle comunità educanti. Affidiamo alla protezione di Maria, Madre e Aiuto, Regina della Pace, le situazioni di sofferenza e di difficoltà, in cui si trovano le nostre sorelle e le comunità educanti, a causa della guerra, della violenza, della povertà, dei diritti calpestati.

Abbiamo visto una stella! Una Luce, Gesù, che illumina il futuro dell’umanità anche nei luoghi più nascosti della terra! Una Stella, Gesù, la vera luce!

Con questi sentimenti  auguro  un sereno santo Natale, nella gioia e nella luce della contemplazione di questo mistero e nel rendimento di grazie al Padre per la sua misericordia infinita verso un mondo che anela sempre più  alla speranza e alla pace.

 

Buon Natale!

 

Roma, 24 dicembre 2022

Suor Chiara Cazzuola

Superiora generale dell’Istituto FMA

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